Sull'argomento è stato scritto un
fiume di parole da cui rischiamo di essere travolti.
Si va da posizioni di
totale antitesi fino a concezioni più neutre e tolleranti e, infine,
ad opinioni più concilianti che prevedono la possibilità di
collaborazione e di utilità della scienza alla ricerca in ambito
religioso.
Anche fra i singoli
scienziati si hanno atteggiamenti di rifiuto della religione ed altri
di accettazione.
Si trovano sia atei che
credenti.
In questo scritto
vogliamo rilevare che il “metodo scientifico” così come lo
intendiamo attualmente, implicante le necessità di verifica, non era
del tutto estraneo al Nuovo Testamento.
Se ne trova un eloquente
esempio nel Vangelo di San Giovanni nell'episodio della guarigione
del cieco dalla nascita (9, 1-41).
Davanti a tale prodigio i
farisei rimangono increduli e ostili poiché si è realizzato in un
giorno di sabato. Essi, però, compiono un atto, in realtà molto
semplice ed elementare che, tuttavia, adempie alle esigenze della
moderna epistemologia. Interrogano i genitori i quali confermano che
loro figlio era cieco dalla nascita. Quindi si rivolgono
all'interessato stesso che viene, infine, allontanato in quanto
rimangono ostinatamente “ciechi” davanti al miracolo. Infatti,
provocatoriamente, domandano a Gesù stesso :” Per caso, siamo
ciechi anche noi?”
Ben diverso è
l'atteggiamento del cieco che, inginocchiatosi di fronte a Gesù, il
quale si proclama “Figlio dell'Uomo”, cioè Messia (Daniele 7,
9-14), risponde “Signore, io credo!”
L'episodio narrato va
oltre i rapporti tra fede e scienza implicando anche quelli politici
concernenti il potere costituito.
Sia la scienza che la
religione possono strutturarsi come depositari del sapere che non può
essere messo in discussione. In alcuni casi si trovano alleati come
avvenne per Galileo Galilei che fu costretto a ripudiare le scoperte
da lui fatte, frutto delle sue ricerche.
Il potere costituito non
può accettare qualsiasi novità che ne metta in discussione le
prerogative di prevaricazione sul popolo.
Assai diverso è il
messaggio evangelico che ci mette in guardia dal peccato di
prepotenza dell'uomo contro l'uomo, del forte sul debole e ci
illumina anche sui preconcetti insiti nella scienza stessa con un
anticipo di molti secoli (Kuhn S.T, 1970).
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