Cerca nel blog

giovedì 5 luglio 2018

L'etimo fuggente


L'etimologia è una scienza a sé stante con regole e principi che condivide con altri approcci scientifici e caratteristiche di ricerca che sono sue proprie.
L'etimo fuggente, per usare una parafrasi che devo all'amico Nicola Ferraro, può fornire utili contributi ad altre forme del sapere umano come la psicologia.
Un esempio è fornito dall'aggiornamento del 9/2/2017 e, forse, in futuro potrebbero essercene altri.
In questo scritto ci si vuole occupare di una considerazione che sembra offrire numerosi spunti di riflessione in ambito psicologico, etico e religioso.
Ci si riferisce alla parola “cattivo”.
Questo termine deriva dal latino “captivus” che significa “prigioniero”.
In tale senso viene usata ancora oggi, ma molto raramente.
Tale parola ci fa subito pensare a qualcosa che non abbia un buon gusto per i nostri sensi, in particolare il palato e, soprattutto, ad una persona male intenzionata, incline alla cattiveria, termine che, infatti, si è disgiunto dalla cattività.
Come può essersi aggiunto nel tempo questo secondo significato?
A questo proposito la psicologia può dare un contributo all'etimologia: si considera il prigioniero colpevole di un reato e, quindi, un individuo cattivo.
Ciò può essere considerato teoricamente valido, anche se i prigionieri possono essere persone innocenti, accusate ingiustamente.
Basti pensare ad un esempio significativo: i campi di concentamento nazisti dove la colpa era costituita dall'appartenere all'etnia ebraica.
Circa duemila anni fa un uomo fu condannato per essere, secondo il cristianesimo, Figlio di Dio e Dio stesso.
L'eguaglianza prigioniero=cattivo non regge all'esame della storia.
Si può proporre un'interpretazione più libera: la persona cattiva è prigioniera di se stessa, è asservita al male che trama o che compie in parole e azioni. Perde la sua libertà.
A questo punto ci si può porre una domanda: il cattivo può redimersi?
Si entra, così, nei massimi sistemi della psichiatria, psicologia, sociologia, etica, religione con il rischio di addentrarsi in dissertazioni interminabili.
Cercando di semplificare, per la teoria della predestinazione la risposta è no, non può.
Per i sostenitori del libero arbitrio dell'uomo è, invece, sì, può.
Nel primo caso il discorso è chiuso e non resta nulla da aggiungere.
Nel secondo si propone un'altra domanda per la cui risposta non basterebbe un'enciclopedia dei saperi già citati: come?
Secondo la Psicologia Individuale di A. Adler (aggiornamento del 9/3/2017) due sono le potenzialità principali:
- il Sè Creativo, cioè la parte di ogni essere umano che permette di trovare nuove soluzioni ai propri problemi e vie alternative nella vita,
- il rapporto interpersonale che permette di vivere nuove esperienze aprendosi all'aiuto degli altri.
Penso che tali considerazioni possano essere condivise (J. Arias, 2003) dalla religione cristiana, ma non ho le competenze per avventurarmi su questo percorso lasciando la risposta ad altri che ne hanno fatto il cammino della propria vita.
Fra questi mi limito ad un'osservazione di Don Michele Do (1989) circa il valore della preghiera che non è solo un chiedere per avere, ma un aprirsi per essere.
Aggiungerei, penso in sintonia con questa riflessione: per essere un pensiero gradito a Dio.

In conclusione vorrei tornare al punto di partenza.
Se si cercasse l'origine di ogni parola di questo scritto, probabilmente occorrerebbero molte ore, se non giorni di studio.
Mi è sufficiente ricordare che il verbo “sapère” deriva dal latino “sàpere” il cui significato è “gustare”.

Nessun commento:

Posta un commento