Come l'uomo passerà in
Dio se Dio non è passato nell'uomo?
Sant'Ireneo (180 d.C.,
circa)
A. Camus scriveva (1961):
“l'assurdo dipende tanto dall'uomo quanto dal mondo ed è, per il
momento, il loro solo legame”.
Nell'universo senza Dio
di una parte importante dell'esistenzialismo, la consapevolezza che
l'uomo ha di sé e della morte conduce a un divario incolmabile con
il mondo, tanto da rendere assurda l'esistenza stessa sia dell'uno
che dell'altro. L'essere umano si sente estraneo in questo universo.
“L'assurdo nasce dal
confronto fra l'appello dell'uomo ed il silenzio irragionevole del
mondo” e “l'uomo ha la consapevolezza di trascendere il mondo, ma
la morte lo smentisce”. (A. Maurois, 1950).
Tuttavia non solo
l'ateismo, ma anche il cristianesimo si confronta con l'assurdo.
“Credo perché è
assurdo” è una frase attribuita a Tertulliano (210 d.C., circa).
“Noi predichiamo Cristo
crocifisso: scandalo per i giudei, stoltezza per i gentili”
scriveva San Paolo (1 Corinzi 1-23).
Erasmo da Rotterdam
(1511) esalta questa “pazzia” che nasce dalla fede in Gesù
Cristo morto sulla croce e nel cercare di uniformare la nostra vita
sulla via che ci ha indicato nel Vangelo.
Sempre per Erasmo non è
forse pazzia l'amore stesso che rende due innamorati ciechi e sordi
ad ogni critica razionale? Non è grazie a questa pazzia che
l'umanità continua il suo cammino su questa terra?
Non è, invece, assurdo e
stolto un mondo come quello aristotelico, retto da un Dio che è
Motore Immoto, ente assoluto che rappresenta il legame fra l'uomo e
l'universo. E', infatti, razionale, ma irragionevole ed inumano
secondo una logica cristiana.
Nell'ebraismo Dio è una
Persona e nel cristianesimo questa Persona si fa persona umana per
morire per l'uomo, per tutti gli uomini fino ai confini della terra,
fino al termine del tempo.
L'assurdo cristiano si
spinge ancora oltre: “Dio, creando l'uomo, si è reso dipendente da
lui” (Benedetto XVI, 2011); “La scelta dell'incarnazione espone
Dio alla vulnerabilità” (Y. Redalié, 2011).
Come può essere tutto
ciò? Non ci è stato insegnato che Dio è perfetto in se stesso,
bastante a se stesso?
Tuttavia, l'assurdo e la
pazzia sarebbero proprio questo. La psicologia ci insegna che
nell'amore si trova la completezza dell'essere umano e ciò è tanto
più vero per Dio che, secondo il teologo J. Moltmann (1964), è il
più “folle” innamorato dell'universo.
L'amore non può che
essere rivolto al di fuori di sé.
In questa dipendenza, in
questa vulnerabilità ritroviamo la vera perfezione di Dio che
annulla l'assurdo. “Dio non giudica la nostra vita, ma la
condivide, la assume” (G. Bernanos 1936).
L'amore è gioia e
sofferenza.
Gesù è nel Getsemani,
Gesù è sulla croce: è possibile immaginare Dio Padre indifferente?
No, non è possibile.
Non sarebbe umano, non
sarebbe divino. Infatti, secondo Moltmann, sulla croce non è in
agonia soltanto Gesù, ma anche il Padre per il quale visse e
predicò.
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