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lunedì 15 marzo 2021

Gli operai della vigna

 

Suscita generalmente perplessità la lettura della parabola degli operai della vigna (Matteo 20, 1-16), in cui il padrone chiama al lavoro diverse persone in varie ore della giornata, dal mattino fino alla sera, dando a tutti la stessa paga.

Non è giusto, mi sono spesso ripetuto.

I commenti a questa parabola generalmente parlano dell'insondabilità della volontà di Dio rispetto alle capacità di comprensione della nostra umana psicologia.

Recentemente ho letto un'omelia di don Michele Do a commento di tale parabola (1990).

Egli si sofferma sulla chiamata degli ultimi verso le cinque della sera. “Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: perché nessuno ci ha presi a giornata. Allora disse: andate anche voi nella mia vigna.”

Don Do osserva che il padrone ha avuto compassione per queste persone destinate ad una umiliante inutilità ed ha voluto compensarle al pari degli altri.

Erasmo da Rotterdam (1503) osservava che non sempre il Vangelo risulta facilmente comprensibile, ma ciò che non lo è oggi lo può diventare domani alla luce di nuovi accadimenti e riflessioni.

Questo mi ha ricordato un'intervista televisiva di alcuni anni fa ad Enzo Bianchi a proposito della parabola del figlio prodigo (Luca 15, 11-32). Egli osservava che solo Dio può comportarsi così, diversamente da un padre di natura umana.

Simile è la situazione del padrone della vigna: si comporta in modo differente da un datore di lavoro di ogni tempo e luogo sulla terra. La sua logica sfugge alla nostra psicologia dimostrando un atteggiamento che supera le leggi del mercato per giungere alla misericordia divina.

Non ricordo dove ho letto che la giustizia appartiene a Dio. Per l'uomo si può parlare al massimo di legalità.

Meditando ulteriormente, mi sembra che Gesù ci presenti un'immagine di Dio infinitamente superiore a qualunque altra abbiamo ricevuto nel corso della storia.

Ciò ripropone le considerazioni riguardanti la conoscenza che Gesù aveva di Dio, in particolare della sua vicinanza a Dio tanto da lasciare pensare ad una identità fra le due Persone.

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