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lunedì 13 maggio 2019

Guarigioni inspiegabili tra scienza e fede


Il paralitico di Listra

C'era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava il discorso di Paolo e questi, fissandolo con lo sguardo e notando che aveva fede di essere risanato, disse a gran voce: “Alzati diritto in piedi!”. Egli fece un balzo e si mise a camminare (Atti degli Apostoli 14, 8-10).

Nella città di Listra, situata in Anatolia, San Paolo, mentre predicava alla folla, notò quest'uomo e colse in lui una fede tanto forte da conferirgli la fiducia di essere guarito.
Questo episodio appare molto significativo ai fini di un'analisi psicologica del Nuovo Testamento e, in particolare, delle guarigione miracolose che vi sono descritte.
Da una parte vi è un atteggiamento di ascolto alla predicazione di un messaggio innovativo rispetto alla cultura del tempo sia essa ebrea che pagana. Del paralitico non viene precisato a quale religione appartenesse, ma sappiamo che Paolo si rivolgeva a tutti indistintamente (Atti degli Apostoli 14, 1-7).
La malattia e la sofferenza rendono più incline la persone ad accettare un messaggio pieno di speranza, in questo caso la buona novella che è l'esatto significato della parola “Vangelo” che deriva dal greco “euanghelion”.
Dall'altra vi è l'empatia: la disposizione d'animo a rivolgersi agli altri con atteggiamento di benevola comprensione, soprattutto quando si tratti di persone bisognose di aiuto.
A Paolo è sufficiente uno sguardo per cogliere la speranza piena di fede negli occhi del paralitico.
Nel passo descritto questi due ingredienti si sarebbero dimostrati di tale forza tanto da suscitare un intervento trascendente che la scienza definisce “guarigione inspiegabile” e la fede “miracolo" (G. Scarso, Il nesso di casualità, 2009).

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