Si desidera tornare
brevemente sul saggio “Credere per ragione” del 11 gennaio 2017.
Il tema fondamentale era
rappresentato dalla constatazione di una continuità di stile
narrativo fra i racconti della Pasqua e quelli della Risurrezione.
Si sottolineava, in
particolare, l'incredulità degli Apostoli davanti al Cristo risorto
e la loro lenta presa di coscienza di questo evento che permetteva di
ricordare e comprendere parole e fatti della vita di Gesù.
Tale criterio appare un
indizio di credibilità e verisimiglianza su base psicologica dei
racconti evangelici.
A testimonianza di ciò
si vuole citare un passo tratto dal Vangelo di San Giovanni che fa
seguito alla cacciata dei mercanti dal Tempio: “Intervennero alcuni
capi ebrei e domandarono a Gesù: dacci una prova che hai l'autorità
di fare queste cose.
Gesù rispose:
distruggete questo tempio! In tre giorni lo farò risorgere.
Quelli replicarono: ci
sono voluti quarantasei anni per costruire questo tempio e tu in tre
giorni lo farai risorgere?
Ma Gesù parlava del
tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato
dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto
questa cosa, e credettero alla Scrittura e alle parole di Gesù”
(2, 18-22).
Un tipico esempio del
funzionamento psicologico del ricordo, come già sostenuto nel saggio
citato, è il recupero nella memoria di un fatto o di un detto che
era scivolato nell'oblio in quanto non compreso e solo un evento
successivo permette di ricordare poiché si comprende.
Il ricordo nel tempo
dipende da molti fattori fra cui la comprensione che se ne ha
immediatamente o in seguito.
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