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lunedì 3 luglio 2017

Fede, scienza e guarigioni miracolose

E' stato osservato da più parti (H. Küng, 2012) che quanto maggiormente accostava i fedeli al messaggio evangelico nei tempi passati, oggi, nell'epoca della scienza e della tecnologia, sembra suscitare l'effetto opposto di perplessità e incredulità. Si tratta dei miracoli.
Ai discepoli di San Giovanni Battista che lo interrogano se è lui il Messia tanto atteso, Gesù risponde: “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi vedono, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella e beato chi non si scandalizza di me” (Matteo 11, 2-6; Luca 7, 18-23).
Molti obiettano che non è possibile verificare a distanza di tanto tempo episodi che sono stati narrati quando non esistevano cognizioni scientifiche che prevedessero verifiche e controlli.
Ciò è vero fino ad un certo punto poiché, dopo la guarigione dal cieco dalla nascita (Giovanni 9, 1-41), i farisei, per accertare il fatto, interrogano i suoi genitori e l'interessato stesso. Nonostante queste evidenze i farisei non solo non credono, ma lo cacciano via e sfidano Gesù: “ siamo forse ciechi anche noi?" (Giovanni 9, 40).
Tale atteggiamento è riportato in numerose altre situazioni riferite nei Vangeli.
Quindi, già allora, il preconcetto impediva una critica razionale davanti ad un fatto accertato e di cui si è stati testimoni oculari.
Nell'età moderna è diffusa l'opinione anche fra gli addetti ai lavori che la scienza fornisca certezze e di ciò che non può essere spiegato si tende a negarne persino l'esistenza.
Il pregiudizio religioso d'un tempo e il preconcetto scientifico attuale finiscono per giungere alla stessa conclusione.
Eppure l'odierna epistemologia ci insegna che la scienza non fornisce certezze, ma è lo studio delle probabilità statistiche.
Ciò che è successo una sola volta non può essere testato e verificato, ma non per questo se ne può negare l'esistenza. Si deve riconoscere che non può essere spiegato.
La letteratura medica (Kappauf et al., 1997; Scarso, 2009) documenta alcune centinaia di casi nel mondo negli ultimi decenni (da quando vengono effettuate ricerche in questo senso) di “guarigioni inspiegabili”, soprattutto neoplasie e malattie degenerative, che si verificano senza alcun intervento medico.
Quanto detto è un invito a tenere la mente aperta nei confronti di un mondo che non è sempre comprensibile secondo i criteri del metodo scientifico.

Tali considerazioni rimangono in ambito psicologico.
Come osserva Küng nel Nuovo Testamento non si può parlare di una popolare “miracolistica”. Le guarigioni operate da Gesù non sono solo effetto del suo amore per il prossimo, ma fanno parte di quei segni tangibili indicanti che il Regno di Dio inizia ad operare in questo mondo e hanno un significato religioso e teologico che va ben oltre queste considerazioni.

Kappauf et al. Complete and spontaneous remission in a patient with metastatic small cell lung cancer. Case report, review of literature and discussion of possible biological pathway involved. Annals of Oncology 8/1031-1039, 1997
Küng (2012). Tornare a Gesù. Rizzoli, Milano, 2014
Scarso G. Il nesso di causalità. Aracne Editrice, Roma, 2009 

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