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mercoledì 26 luglio 2017

Il Gesù storico si dimostra assolutamente inconfondibile, oggi come allora.
Il messaggio di Gesù è, in effetti, incommensurabilmente diverso.

H. Küng (2012)

domenica 16 luglio 2017

Disturbi di personalità e consapevolezza del bene e del male

I disturbi di personalità rientrano nelle classificazioni psichiatriche. Sono numerosi e con caratteristiche che li differenziano gli uni dagli altri, ma presentano alcuni aspetti comuni:
- egosintonia: questi soggetti presentano tratti del carattere problematici per la vita relazionale, di cui sono coscienti, ma che non vivono come tali, anzi, ne vanno sovente fieri,
- anempatia: ridotta o assente capacità di mettersi nei panni degli altri e di considerare il loro punto di vista, di vedere il mondo e se stessi nell'altrui prospettiva,
- anedonia: difficoltà a trarre piacere da ciò che, invece, interessa altre persone e, talora, essere soddisfatti dalle altrui sofferenze. In alcuni casi si presenta come noia esistenziale,
- aggressività: tendenza a prevaricare gli altri imponendo le proprie opinioni e stili di vita, rifiutando le critiche che possono ricevere. Presentano, talora, problemi a gestire l'impulsività,
- egocentrismo: porre se stessi ed i propri vissuti al centro del mondo,
- intolleranza alle frustrazioni: incapacità di subire critiche e difficoltà a raggiungere traguardi che impongano impegni psicologici e relazionali che giudicano troppo elevati, con tendenza a scoraggiarsi facilmente.
In poche parole sono persone che fanno soffrire il loro prossimo piuttosto che soffrire essi stessi. Vivono in una condizione soggettiva in cui non vi è distinzione etica fra il bene ed il male secondo una logica comune e condivisa, ma permane la cognizione di entrambi.
Sono spesso persone con una vita sociale e lavorativa di successo. In altri casi conducono una vita solitaria e anonima. Altre volte vivono ai margini della società con problemi di abuso di alcool e di sostanze stupefacenti. Presentano, talora, disturbi della sfera sessuale.
Sono spesso impulsivi, sospettosi, gelosi, invidiosi, oppositivi, litigiosi.
Generalmente giungono all'osservazione psichiatrica per motivi giuridico-peritali e non a fini terapeutici.
Sono responsabili di molti reati legati alla violenza. Talora comportamenti molesti e aggressivi rimangono nascosti e celati entro le mura domestiche, protetti dall'omertà familiare, conseguenza della paura.
Si tratta della “violenza cronica” caratterizzata da atti ripetuti nel tempo, anche quotidiani e protratti per anni.
Manifestazioni tipiche sono: violenza nei confronti di minori e di donne anche con abuso sessuale, stalking, bullismo che sovente assume carattere di gruppo, vandalismo, reazioni aggressive immotivate. Talora la violenza giunge fino all'omicidio che può essere a sua volta reiterato come nel caso dei serial killers o presentare proporzioni allargate nel fenomeno dell'integralismo politico o religioso.
Nei casi più gravi il confronto con l'autorità di polizia e giudiziaria, con la sanità medica e psichiatrica, la carcerazione e l'ospedalizzazione, possono trasformare l'egosintonia di questi individui in egodistonia che copre un'ampia sfera psicologica dalla “normalità” alle nevrosi. Allora possono prendere coscienza del male insito nei loro comportamenti e soffrirne anche se, talora, in modo superficiale e altalenante. In altri casi vi è una presa di coscienza più solida e duratura fino alla consapevolezza del peccato.
Se ne trova un magnifico esempio in “Delitto e castigo” di F. Dostoevskij (1866). Il protagonista, Raskol'nikov, commette un omicidio nella perfetta auto-consapevolezza di compiere un atto giusto. In seguito a diversi avvenimenti, il senso di colpa compare in modo sempre più intenso fino alla confessione e conseguente carcerazione. Nel romanzo si trova un'esemplare narrazione del passaggio fra egosintonia ed egodistonia.
Come affermava Don Michele Do: “il male per diventare redentivo, deve diventare sofferenza” (1990).




lunedì 3 luglio 2017

Fede, scienza e guarigioni miracolose

E' stato osservato da più parti (H. Küng, 2012) che quanto maggiormente accostava i fedeli al messaggio evangelico nei tempi passati, oggi, nell'epoca della scienza e della tecnologia, sembra suscitare l'effetto opposto di perplessità e incredulità. Si tratta dei miracoli.
Ai discepoli di San Giovanni Battista che lo interrogano se è lui il Messia tanto atteso, Gesù risponde: “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi vedono, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella e beato chi non si scandalizza di me” (Matteo 11, 2-6; Luca 7, 18-23).
Molti obiettano che non è possibile verificare a distanza di tanto tempo episodi che sono stati narrati quando non esistevano cognizioni scientifiche che prevedessero verifiche e controlli.
Ciò è vero fino ad un certo punto poiché, dopo la guarigione dal cieco dalla nascita (Giovanni 9, 1-41), i farisei, per accertare il fatto, interrogano i suoi genitori e l'interessato stesso. Nonostante queste evidenze i farisei non solo non credono, ma lo cacciano via e sfidano Gesù: “ siamo forse ciechi anche noi?" (Giovanni 9, 40).
Tale atteggiamento è riportato in numerose altre situazioni riferite nei Vangeli.
Quindi, già allora, il preconcetto impediva una critica razionale davanti ad un fatto accertato e di cui si è stati testimoni oculari.
Nell'età moderna è diffusa l'opinione anche fra gli addetti ai lavori che la scienza fornisca certezze e di ciò che non può essere spiegato si tende a negarne persino l'esistenza.
Il pregiudizio religioso d'un tempo e il preconcetto scientifico attuale finiscono per giungere alla stessa conclusione.
Eppure l'odierna epistemologia ci insegna che la scienza non fornisce certezze, ma è lo studio delle probabilità statistiche.
Ciò che è successo una sola volta non può essere testato e verificato, ma non per questo se ne può negare l'esistenza. Si deve riconoscere che non può essere spiegato.
La letteratura medica (Kappauf et al., 1997; Scarso, 2009) documenta alcune centinaia di casi nel mondo negli ultimi decenni (da quando vengono effettuate ricerche in questo senso) di “guarigioni inspiegabili”, soprattutto neoplasie e malattie degenerative, che si verificano senza alcun intervento medico.
Quanto detto è un invito a tenere la mente aperta nei confronti di un mondo che non è sempre comprensibile secondo i criteri del metodo scientifico.

Tali considerazioni rimangono in ambito psicologico.
Come osserva Küng nel Nuovo Testamento non si può parlare di una popolare “miracolistica”. Le guarigioni operate da Gesù non sono solo effetto del suo amore per il prossimo, ma fanno parte di quei segni tangibili indicanti che il Regno di Dio inizia ad operare in questo mondo e hanno un significato religioso e teologico che va ben oltre queste considerazioni.

Kappauf et al. Complete and spontaneous remission in a patient with metastatic small cell lung cancer. Case report, review of literature and discussion of possible biological pathway involved. Annals of Oncology 8/1031-1039, 1997
Küng (2012). Tornare a Gesù. Rizzoli, Milano, 2014
Scarso G. Il nesso di causalità. Aracne Editrice, Roma, 2009