Una breve riflessione su psicoterapia e
Vangelo
Sarebbe più corretto
parlare di psicoterapie in quanto ne esistono diverse in base agli
orientamenti teorici ed alla prassi, per cui si possono avere, ad
esempio, terapie individuali e di gruppo.
Le terapie ad
orientamento psicodinamico si basano sulla relazione
terapeuta-paziente che si sviluppa in un arco di tempo generalmente
lungo, mesi o anni, a meno che non venga stabilita già all'inizio
una durata concordata, che può essere di dieci-quindici sedute, come
si verifica nelle psicoterapie brevi rivolte ad affrontare
problematiche centrate su una particolare tematica esistenziale.
Nella formazione dello
psicoterapeuta risulta fondamentale avere compiuto un percorso
formativo personale volto ad acquisire una consapevolezza
introspettiva (insight) delle proprie problematiche inconsce in modo
da riconoscerle e non confonderle con quelle che vengono proposte dai
pazienti.
Lo psicoterapeuta può
utilizzare le proprie difficoltà per entrare in sintonia con il
paziente, ma deve essere consapevole di fornire un'adeguata risposta
a quelle del soggetto in cura.
Ciò fa parte del
processo empatico di cui si è già parlato.
L'empatia è rafforzata
dall'esperienza che si matura nella prassi professionale: i migliori
insegnanti sono proprio i pazienti.
Anche le esperienze di
vita devono essere utilizzate per mantenere tale capacità e
rinforzarla piuttosto che indebolirla con il rischio di incorrere nel
burn-out, cioè di avere importanti difficoltà nell'esercitare la
propria professione.
Prima di essere in grado
di aiutare un'altra persona, lo psicoterapeuta deve avere acquisito
una buona consapevolezza del proprio modo di affrontare le situazioni
conflittuali e problematiche della vita affettiva e relazionale.
Quanto sinteticamente
esposto può essere detto in modo ancora più coinciso ed efficace
con un passo molto conosciuto del Vangelo.
“Perché stai a
guardare la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non ti
accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo
fratello: lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nel
tuo occhio hai una trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo
occhio: allora tu ci vedrai bene e potrai togliere la pagliuzza
dall'occhio di tuo fratello” (Matteo 7, 3-5; Luca 6, 41-42).
Certamente tale frase ha
una portata molto più vasta e universale rispetto a quanto detto
delle terapie psicodinamiche che, a loro volta, presentano risvolti
teorico-pratici assai più complessi rispetto a quelli esposti.
Al di là di analogie e
differenze, si suggerisce ad ogni psicoterapeuta, di meditare e
ricordare tale frase: ciò può essere quanto mai utile, basandomi
sulla mia esperienza personale, per accrescere l'insight, al fine di
esercitare in modo proficuo la propria professione, senza parlare
della vita in generale.
La saggezza contenuta in
queste parole, ha sicuramente un impatto emotivo immediato, utile
nella pratica quotidiana più di tante speculazioni teoriche.
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