Il paralitico di Listra
C'era a Listra un uomo
paralizzato alle gambe, storpio dalla nascita, che non aveva mai
camminato. Egli ascoltava il discorso di Paolo e questi, fissandolo
con lo sguardo e notando che aveva fede di essere risanato, disse a
gran voce: “Alzati diritto in piedi!”. Egli fece un balzo e si
mise a camminare (Atti degli Apostoli 14, 8-10).
Nella città di Listra,
situata in Anatolia, San Paolo, mentre predicava alla folla, notò
quest'uomo e colse in lui una fede tanto forte da conferirgli la
fiducia di essere guarito.
Questo episodio appare
molto significativo ai fini di un'analisi psicologica del Nuovo
Testamento e, in particolare, delle guarigione miracolose che vi sono
descritte.
Da una parte vi è un
atteggiamento di ascolto alla predicazione di un messaggio innovativo
rispetto alla cultura del tempo sia essa ebrea che pagana. Del
paralitico non viene precisato a quale religione appartenesse, ma
sappiamo che Paolo si rivolgeva a tutti indistintamente (Atti degli
Apostoli 14, 1-7).
La malattia e la
sofferenza rendono più incline la persone ad accettare un messaggio
pieno di speranza, in questo caso la buona novella che è l'esatto
significato della parola “Vangelo” che deriva dal greco
“euanghelion”.
Dall'altra vi è
l'empatia: la disposizione d'animo a rivolgersi agli altri con
atteggiamento di benevola comprensione, soprattutto quando si tratti
di persone bisognose di aiuto.
A Paolo è sufficiente
uno sguardo per cogliere la speranza piena di fede negli occhi del
paralitico.
Nel passo descritto
questi due ingredienti si sarebbero dimostrati di tale forza tanto da
suscitare un intervento trascendente che la scienza definisce
“guarigione inspiegabile” e la fede “miracolo" (G. Scarso, Il nesso di casualità, 2009).