L'etimologia è una
scienza a sé stante con regole e principi che condivide con altri
approcci scientifici e caratteristiche di ricerca che sono sue
proprie.
L'etimo fuggente, per
usare una parafrasi che devo all'amico Nicola Ferraro, può fornire
utili contributi ad altre forme del sapere umano come la psicologia.
Un esempio è fornito
dall'aggiornamento del 9/2/2017 e, forse, in futuro potrebbero
essercene altri.
In questo scritto ci si
vuole occupare di una considerazione che sembra offrire numerosi
spunti di riflessione in ambito psicologico, etico e religioso.
Ci si riferisce alla
parola “cattivo”.
Questo termine deriva dal
latino “captivus” che significa “prigioniero”.
In tale senso viene usata
ancora oggi, ma molto raramente.
Tale parola ci fa subito
pensare a qualcosa che non abbia un buon gusto per i nostri sensi, in particolare il palato e,
soprattutto, ad una persona male intenzionata, incline alla
cattiveria, termine che, infatti, si è disgiunto dalla cattività.
Come può essersi
aggiunto nel tempo questo secondo significato?
A questo proposito la
psicologia può dare un contributo all'etimologia: si considera il
prigioniero colpevole di un reato e, quindi, un individuo cattivo.
Ciò può essere
considerato teoricamente valido, anche se i prigionieri possono
essere persone innocenti, accusate ingiustamente.
Basti pensare ad un
esempio significativo: i campi di concentamento nazisti dove la colpa
era costituita dall'appartenere all'etnia ebraica.
Circa duemila anni fa un
uomo fu condannato per essere, secondo il cristianesimo, Figlio di
Dio e Dio stesso.
L'eguaglianza
prigioniero=cattivo non regge all'esame della storia.
Si può proporre
un'interpretazione più libera: la persona cattiva è prigioniera di
se stessa, è asservita al male che trama o che compie in parole e
azioni. Perde la sua libertà.
A questo punto ci si può
porre una domanda: il cattivo può redimersi?
Si entra, così, nei
massimi sistemi della psichiatria, psicologia, sociologia, etica,
religione con il rischio di addentrarsi in dissertazioni
interminabili.
Cercando di semplificare,
per la teoria della predestinazione la risposta è no, non può.
Per i sostenitori del
libero arbitrio dell'uomo è, invece, sì, può.
Nel primo caso il
discorso è chiuso e non resta nulla da aggiungere.
Nel secondo si propone
un'altra domanda per la cui risposta non basterebbe un'enciclopedia
dei saperi già citati: come?
Secondo la Psicologia
Individuale di A. Adler (aggiornamento del 9/3/2017) due sono le
potenzialità principali:
- il Sè Creativo, cioè
la parte di ogni essere umano che permette di trovare nuove soluzioni
ai propri problemi e vie alternative nella vita,
- il rapporto
interpersonale che permette di vivere nuove esperienze aprendosi
all'aiuto degli altri.
Penso che tali
considerazioni possano essere condivise (J. Arias, 2003) dalla
religione cristiana, ma non ho le competenze per avventurarmi su
questo percorso lasciando la risposta ad altri che ne hanno fatto il
cammino della propria vita.
Fra questi mi limito ad
un'osservazione di Don Michele Do (1989) circa il valore della
preghiera che non è solo un chiedere per avere, ma un aprirsi per
essere.
Aggiungerei, penso in
sintonia con questa riflessione: per essere un pensiero gradito a
Dio.
In conclusione vorrei
tornare al punto di partenza.
Se si cercasse l'origine
di ogni parola di questo scritto, probabilmente occorrerebbero molte
ore, se non giorni di studio.
Mi è sufficiente
ricordare che il verbo “sapère” deriva dal latino “sàpere”
il cui significato è “gustare”.