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giovedì 21 dicembre 2017

Adeste fideles

Avvicinatevi, fedeli
lieti e trionfanti,
venite, venite a Betlemme.
Vedrete il Re degli angeli appena nato,
venite, adoriamo, venite, adoriamo,
venite, adoriamo il Signore.

Ecco, abbandonato il gregge,
all'umile culla
si avvicinano i pastori chiamati dall'angelo,
e noi, pregando, ci affrettiamo volentieri.
Venite, adoriamo il Signore.
Vedremo l'eterno splendore
dell'Eterno Genitore
nascosto in un corpo di carne,
Dio, bambino avvolto in fasce.

Venite, adoriamo il Signore.
Scaldiamo con devoti abbracci
il bambino che per noi è stato fatto
povero e adagiato nel fieno.
Chi non ricambierà l'amore
di chi ci ama così tanto?


Venite, adoriamo il Signore.  

lunedì 11 dicembre 2017

In un recente viaggio a Malta sono venuto a conoscenza di un fatto che mi ha incuriosito e interessato dal punto di vista psicologico.
La lingua maltese è di origine semitica, di derivazione araba a seguito della dominazione islamica durata circa due secoli a partire dal 870 d.C.
Nel tempo si sono aggiunti alcuni vocaboli di origine italiana e inglese, ma la lingua parlata ha conservato la sua impronta araba nella struttura grammaticale e nel vocabolario, mentre per scrivere sono usati i caratteri latini.
I maltesi sono di religione cattolica e, a quanto mi è stato riferito, molto osservanti.
Il fatto che mi ha colpito è che la parola “Dio” corrisponde al maltese “Alla”.
E' interessante notare che fedeli cristiani si rivolgono a Dio come Alla che è il nome di Dio in arabo nella religione islamica.
Tutto ciò è, in realtà, un fatto a cui molti possono attribuire un'importanza limitata, considerandolo un dato scontato.
Eppure, il rapporto fra le due culture religiose sono spesso stati conflittuali in passato. Nell'attuale periodo storico il dialogo inter-religioso assume grande importanza per contrastare derive ideologiche intransigenti che tentano di allontanare popoli con fedi diverse.

In tale contesto porre l'attenzione su quanto detto sembra fornire un piccolo contributo, apparentemente marginale, ma ciò non di meno utile, al dialogo volto alla ricerca di punti di contatto e di unione fraterna.

A margine di tali considerazioni si può ancora ricordare che l'isola di Malta è conosciuta nel Nuovo Testamento (Atti degli Apostoli 28, 1-10) in quanto San Paolo e San Luca vi fecero naufragio intorno al 60 d.C., probabilmente nell'attuale baia di St. Paul.
Rimasero sull'isola per circa tre mesi prima di ripartire alla volta di Roma.
L'episodio del naufragio di Malta fa parte di quei passi degli Atti degli Apostoli in cui si passa dalla narrazione in forma impersonale al "noi".