“Mentre le donne erano in cammino, alcune guardie che sorvegliavano la tomba di Gesù tornarono in città e raccontarono ai capi dei sacerdoti quello che era successo.
Allora i capi dei sacerdoti si riunirono insieme con le autorità del popolo e decisero di offrire molti soldi alle guardie dicendo: Voi dovete dire che sono venuti di notte i suoi discepoli, mentre dormivate, e che l'hanno rubato. Se poi il governatore verrà a saperlo, noi lo convinceremo e faremo in modo che voi non siate puniti.
Le guardie presero i soldi e seguirono quelle istruzioni. Perciò questa storia è diffusa ancora oggi tra gli ebrei” (Matteo 28, 11-25).
Queste parole del Vangelo di Matteo hanno trovato profonda eco fra o detrattori dei racconti evangelici e coloro che non credono alla vita e, tanto meno, alla risurrezione di Gesù, negando ogni verità storica e di fede.
Tale argomentazione è ritenuta assolutamente falsa dai credenti e da chi sostiene l'attendibilità storica del Nuovo Testamento.
Fra le tante osservazioni se ne può evidenziare una che appare piuttosto significativa.
Nella sua vita Gesù ha parlato della propria morte e risurrezione tre volte:
la prima in Matteo 16, 21; Marco 8, 31-32; Luca 9, 22;
la seconda in Matteo 17, 22-23; Marco 9, 30-32; Luca 9, 44-45 (in questo caso solo della Passione);
la terza in Matteo 20, 17-19; Marco 10, 32-34; Luca 18, 31-34.
A queste si devono aggiungere due riferimenti al Segno del profeta Giona (Matteo 16, 4; Luca 11, 29-30).
Ai fini della presente trattazione è importante sottolineare che vi è una sostanziale incomprensione delle parole di Gesù e grande incredulità da parte degli apostoli come sottolineato nella terza predizione riportata da Luca: “Poi Gesù prese da parte i dodici discepoli e disse loro: Ecco noi stiamo salendo verso Gerusalemme. Là si realizzerà tutto quello che i profeti hanno scritto riguardo al Figlio dell'uomo. Egli sarà consegnato ai pagani ed essi gli rideranno in faccia, lo copriranno di offese e di sputi, lo prenderanno a frustate e lo uccideranno. Ma il terzo giorno risorgerà.
I discepoli però non capivano nulla di tutto questo. Il significato di ciò che Gesù diceva rimase per loro misterioso e non riuscivano affatto a capire”.
A ciò si aggiunga quanto riferito da Giovanni dopo la risurrezione: “Non avevano ancora capito quello che dice la Bibbia, cioè che Gesù doveva risorgere dai morti” (20, 9).
L'incredulità dei discepoli davanti a Gesù risorto è reiterata nei racconti evangelici ed evidenziata da G. Scarso (Credere per fede, credere per ragione, 2024).
Si può, quindi, concludere che gli apostoli, non avendo capito nulla delle predizioni di Gesù circa la sua risurrezione, anche dopo che era avvenuta, non potevano elaborare il piano di trafugare il suo corpo, fatto questo che nelle loro menti non aveva nessun significato.