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giovedì 19 settembre 2024

In quale lingua si è svolto il processo a Gesù davanti a Pilato?

  

Sembra che tale problema risulti sostanzialmente estraneo alle ricerche condotte dagli studiosi del Nuovo Testamento.

Si possono prendere in considerazione diverse ipotesi.

La prima è che fossero presenti dei traduttori.

Gli Evangelisti non ne fanno cenno, ma essi erano più interessati ai fatti che alla cornice formale che li circonda.

In prima istanza si può ragionevolmente escludere che Gesù parlasse il latino.

Gli ebrei odiavano i romani non solo perché invasori della Palestina, ma anche in quanto pagani ed idolatri: difficilmente si sarebbero accostati alla loro lingua. Forse solo qualcuno poteva avere l'esigenza di conoscerla per motivi lavorativi o per avere dei contatti con i romani.

Ponzio Pilato era prefetto della Giudea da circa quattro anni al tempo del processo a Gesù e avrebbe avuto tutto il tempo per imparare l'aramaico.

Poteva essere una necessità o, comunque, risultare utile, per un governatore conoscere la lingua del popolo su cui esercitava il potere.

Tuttavia, i romani si sentivano superiori agli altri popoli anche se mantenevano un atteggiamento di rispetto e tolleranza. Tale vissuto di superiorità era rilevante soprattutto nei confronti degli ebrei che ostinatamente rifiutavano di piegarsi ai loro valori culturali e religiosi.

Perché fare tanta fatica ad imparare una lingua quando si poteva disporre di traduttori? Inoltre un prefetto era sicuramente oberato di responsabilità che gli lasciavano poco tempo a disposizione.

Esiste una possibilità. Gesù e Pilato potevano avere una lingua in comune: il greco.

Questa era la lingua più parlata nella parte orientale dell'Impero Romano, dopo l'avvento dell'ellenismo instaurato con la conquista di queste regioni da parte di Alessandro Magno circa tre secoli prima.

Inoltre i romani avevano molto rispetto e devozione nei confronti della cultura greca e di tale lingua.

Lo stesso si potrebbe affermare per gli ebrei anche se più chiusi ad apporti esterni. Si può osservare che i Vangeli sarebbero stati scritti in greco già nella loro prima stesura.

L'ipotesi che Pilato conoscesse tale lingua o la parlasse almeno per quanto gli era utile ai fini dell'esercizio del proprio governo, appare probabile.

Gesù, gli apostoli, i primi discepoli appartenevano ad una classe povera ed umile del loro popolo.

Questo, però, non significa necessariamente anche ignorante, come molti sostengono.

Infatti, bisogna considerare che gli ebrei in generale conoscevano le Sacre Scritture, sapevano leggerle e, spesso, ne imparavano a memoria parti anche rilevanti.

Le loro conoscenze probabilmente non andavano molto oltre, non mostrando particolare interesse verso altre culture, se non in casi limitati.

Non è improbabile, quindi, che Gesù, come molti altri ebrei, conoscesse il greco, almeno in forma sommaria, giusto quanto bastava per sostenere un colloquio anche semplice con chi ebreo non era. Gli scambi lavorativi e commerciali all'interno di una regione dell'impero erano frequenti e la popolazione, anche in un'area piccola come la Palestina, era multietnica.

Se si calcola il numero delle parole assai limitato che Gesù e Ponzio Pilato si sono scambiati nel corso del processo, l'ipotesi avanzata appare la più sostenibile.