Una parabola che mi è sempre parsa difficile da comprendere è quella degli operai della vigna (Matteo 20, 1-16).
Il padrone di una vigna chiama dei lavoratori all'alba, poi alle nove del mattino, ancora a mezzogiorno, più tardi verso le tre del pomeriggio e, quindi, alle cinque.
Finita la giornata di lavoro dà a tutti la stessa paga suscitando l'irritazione dei primi.
Con la tipica mentalità borghese sensibile alle leggi economiche, mi è sempre parso un comportamento inadeguato e ingiusto.
Arrivavo a comprendere che, trattandosi di una parabola, Gesù si riferisce al Regno di Dio dove esiste una logica diversa da quella terrena e la volontà del Signore trascende le categorie umane.
Un'omelia di Don Michele Do del 22/08/1990 mi ha aiutato ad aprire gli occhi.
Gli operai della prima ora sono gli uomini che docilmente seguono il richiamo del Signore, ma, forse, in qualche caso, senza particolare entusiasmo, con poca convinzione. Infatti protestano mettendo in discussione la decisione del padrone della vigna, non dimostrando particolari doti di comprensione, manifestando una visione miope della volontà di Dio.
Gli ultimi sono quelli che trascorrono la vita nell'ozio, padre di tutti i vizi, e si trovano probabilmente in una situazione di peccato.
Tuttavia, anche loro vengono chiamati e si presentano al lavoro, aderendo all'invito di Dio.
Gesù si rivolge a tutti. Tutti sono chiamati e non importa se aderiscono subito o solo più tardi.
Nel Regno di Dio tutti sono accolti, i primi come gli ultimi e la Sua misericordia non fa distinzioni.
Si riprende qui un aggiornamento del 15/03/2021.