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lunedì 21 settembre 2020

Madre Teresa di Calcutta

 

Ha fatto molto scalpore la notizia diffusa anche dai mass-media dei molti anni di sofferenza in cui è vissuta Madre Teresa di Calcutta perché sentiva che si era interrotto il proprio “dialogo” interiore con Dio, creando così un vuoto vissuto come insopportabile, nonostante la costante e continua dedizione ai poveri e ai bisognosi.

Questa notizia è scaturita dalla molte lettere che la Santa di Calcutta inviava ai suoi padri spirituali lamentando questo silenzio di Dio.

Lo stupore nasce dal contrasto tra una vita veramente santa ed una insospettata sofferenza interiore.

Non avendo conosciuto personalmente Madre Teresa e non avendo letto le sue lettere ancora inedite, appare impossibile tentare una via di comprensione psicologica.

Tuttavia, la ricerca anche su base teorica della personalità umana ci può venire in aiuto permettendo di sviluppare ipotesi verosimili anche se non verificabili.

Si può paragonare il rapporto con Dio, che molti religiosi hanno vissuto in modo intenso come i grandi mistici della storia cristiana, ad un rapporto interpersonale di vita comune più facilmente indagabile, anche se si hanno caratteristiche molto diverse.

In entrambi i casi si può avere un primo periodo fortemente emotivo e totalmente coinvolgente: nel primo casi si può parlar di vocazione, nel secondo di innamoramento.

Con il passare degli anni il rapporto di amore si modifica ed è fondamentale riconoscere ed accettare le caratteristiche di tale mutamento.

A volte ci si aspetta che tutto rimanga come il “primo giorno” rimanendo inevitabilmente delusi.

Si potrebbe supporre che Madre Teresa non abbia saputo cogliere i cambiamenti del suo “dialogo” con Dio interpretandolo come un silenzio totale.

Si può ragionevolmente pensare che questo dialogo non abbia le caratteristiche dei libri e dei film di don Camillo, ma che Dio parli e risponda sul piano del vissuto emozionale e tramite il linguaggio non verbale.

La psicologia ha poche possibilità di studio nell'analizzare i rapporti con il trascendente che presenta caratteristiche eccezionali come nel caso di Santa Teresa d'Avila, ad esempio, che in un suo libro descrive le proprie esperienze mistiche (Libro della mia vita, 1565).

Questo piccolo contributo si limita a prendere in considerazione un fatto descritto formulando una timida ipotesi: Madre Teresa non avrebbe saputo individuare i “segnali” che Dio poteva continuare ad inviare, essendo rimasta ancorata psicologicamente agli intensi vissuti intimi della propria gioventù nella fase di innamoramento vocazionale.