Si tratta, innanzitutto,
della povertà di spirito: la semplicità di cuore, l'umiltà, ma
anche la povertà materiale, non intesa come indigenza, mancanza del
necessario, miseria. Dacci oggi il nostro pane quotidiano: avere ciò
di cui si necessita per vivere con dignità senza, però, affannarsi
per accumulare ricchezza a scapito degli altri, bensì mostrare disponibilità a usare i propri beni per cercare di soccorrere i più
bisognosi.
Si tratta di un
atteggiamento psicologico piuttosto che una condizione di fatto.
San Francesco ha fatto di
questo valore il centro della propria vita e dell'ordine monastico da
lui fondato.
Numerosi sono gli esempi
che si possono trovare nella storia del cristianesimo.
Ci si limita a citare G.
Bernanos che nel “Diario di un curato di campagna” (1936) scrive
pagine bellissime sulla “ricchezza psicologica” della povertà
che rende l'uomo più libero di dedicarsi al bene più prezioso che
ha: la propria spiritualità.
Don Primo Mazzolari mette
il tema della povertà al centro del suo libro “La via crucis del
povero” (1953).
Tale ideale di vita
appare difficilmente praticabile in una società sempre più
paganamente adoratrice della ricchezza e del successo.
Scegliere la povertà
come stile di vita presuppone un atteggiamento di solidarietà
sociale, non del tutto assente, ma non particolarmente diffuso.
D'altronde già negli
anni '40 del secolo scorso, Bernanos definiva le democrazie
occidentali come “dittature economiche”.
Desideriamo affidarci ad
alcuni passi tratti dal libro di Don Mazzolari per la profondità
psicologica che dimostra nello sviluppare questo tema in particolare
e più in generale la scelta di fede cristiana.
- Quando non c'è più
ragione di credere, allora incomincia la fede: quando non c'è più
ragione di sperare, incomincia la speranza.
- Chi ha poca carità
vede pochi poveri. Chi ha molta carità vede molti poveri. Chi non ne
ha nessuna non ne vede nessuno.
- La carità è la poesia
del cielo portata sulla terra.
- Cristo che si fa
“vedere” nel povero, che fa splendere quello che gli uomini non
vogliono vedere, è anche il più grande dei poeti.
- Chi è ricco è meno
uomo: chi è misero è meno uomo. Il povero secondo il Vangelo è
l'uomo: la condizione per essere vero uomo.
- Se Gesù non ha
disdegnato di mettersi vicino a me e di ascoltare la mia povertà
come condizione della sua vita umana, io sono quell'uomo.
- Chi dice di amare Dio
che non vede e poi chiude il suo cuore al fratello che vede, è un
menzognero, cioè un falso cristiano.
- Il Regno dei Cieli è
segnato da questa divina somiglianza fra il Cristo e i poveri.
- Creandomi, Dio si è
creato un giudice.
- A Dio non importa essere giudicato.
- Il peccato è Dio
giudicato dagli uomini.
- L'uomo non vuole
riconoscere che non basta a se stesso e che deve dipendere
dall'Altro.
- Il male che si riceve è
una beatitudine.
- Dio è giustizia:
l'uomo legalità.
- Un giorno gli
riconobbero negli statuti il diritto all'eguaglianza economica: gli
comunicarono un po' di scienza e gli tolsero la fede: lo esaltarono
nella piazza, lo avvilirono nelle fabbriche.