Cerca nel blog

giovedì 7 marzo 2019

Cristianesimo e povertà

Ad iniziare proprio dalla predicazione di Gesù la povertà è posta al centro della vita del cristiano.
Si tratta, innanzitutto, della povertà di spirito: la semplicità di cuore, l'umiltà, ma anche la povertà materiale, non intesa come indigenza, mancanza del necessario, miseria. Dacci oggi il nostro pane quotidiano: avere ciò di cui si necessita per vivere con dignità senza, però, affannarsi per accumulare ricchezza a scapito degli altri, bensì mostrare disponibilità a usare i propri beni per cercare di soccorrere i più bisognosi.
Si tratta di un atteggiamento psicologico piuttosto che una condizione di fatto.
San Francesco ha fatto di questo valore il centro della propria vita e dell'ordine monastico da lui fondato.
Numerosi sono gli esempi che si possono trovare nella storia del cristianesimo.
Ci si limita a citare G. Bernanos che nel “Diario di un curato di campagna” (1936) scrive pagine bellissime sulla “ricchezza psicologica” della povertà che rende l'uomo più libero di dedicarsi al bene più prezioso che ha: la propria spiritualità.
Don Primo Mazzolari mette il tema della povertà al centro del suo libro “La via crucis del povero” (1953).
Tale ideale di vita appare difficilmente praticabile in una società sempre più paganamente adoratrice della ricchezza e del successo.
Scegliere la povertà come stile di vita presuppone un atteggiamento di solidarietà sociale, non del tutto assente, ma non particolarmente diffuso.
D'altronde già negli anni '40 del secolo scorso, Bernanos definiva le democrazie occidentali come “dittature economiche”.
Desideriamo affidarci ad alcuni passi tratti dal libro di Don Mazzolari per la profondità psicologica che dimostra nello sviluppare questo tema in particolare e più in generale la scelta di fede cristiana.

- Quando non c'è più ragione di credere, allora incomincia la fede: quando non c'è più ragione di sperare, incomincia la speranza.
- Chi ha poca carità vede pochi poveri. Chi ha molta carità vede molti poveri. Chi non ne ha nessuna non ne vede nessuno.
- La carità è la poesia del cielo portata sulla terra.
- Cristo che si fa “vedere” nel povero, che fa splendere quello che gli uomini non vogliono vedere, è anche il più grande dei poeti.
- Chi è ricco è meno uomo: chi è misero è meno uomo. Il povero secondo il Vangelo è l'uomo: la condizione per essere vero uomo. 
- Se Gesù non ha disdegnato di mettersi vicino a me e di ascoltare la mia povertà come condizione della sua vita umana, io sono quell'uomo.
- Chi dice di amare Dio che non vede e poi chiude il suo cuore al fratello che vede, è un menzognero, cioè un falso cristiano.
- Il Regno dei Cieli è segnato da questa divina somiglianza fra il Cristo e i poveri.
- Creandomi, Dio si è creato un giudice.
- A Dio non importa essere giudicato.
- Il peccato è Dio giudicato dagli uomini.
- L'uomo non vuole riconoscere che non basta a se stesso e che deve dipendere dall'Altro.
- Il male che si riceve è una beatitudine.
- Dio è giustizia: l'uomo legalità.
- Un giorno gli riconobbero negli statuti il diritto all'eguaglianza economica: gli comunicarono un po' di scienza e gli tolsero la fede: lo esaltarono nella piazza, lo avvilirono nelle fabbriche.